Inauguro il blog con una breve esplorazione a me molto cara, che ormai risale a quasi tre anni fa: la visita al mausoleo incompiuto dedicato a Costanzo Ciano a Monteburrone, nei pressi di Montenero, a Livorno. Come fili sottili di una trama ancora non chiara, vari incontri e conversazioni mi avevano portato a interessarmi a questo insolito monumento. Amici e conoscenti che frequentavano o vivevano a Livorno me ne avevano parlato, e spinta dal mio interesse per il patrimonio problematico di statue e retaggi coloniali o fascisti un bel giorno d’estate decido di recarmi proprio lì. La salita a piedi è lunga circa 3 chilometri, partendo dalla base della collina ad altezza di via del Littorale, ma anche solo per la vista su Livorno e il mare che si vedrà dall’alto ne vale la pena.

Il monumento fu commissionato dalla città di Livorno nel 1939 alla morte del militare e politico Costanzo Ciano, nativo di Livorno e padre di Galeazzo, che sposò Edda Mussolini. Doveva essere un mausoleo per tutta la famiglia, ma non fu mai completato e ora resta in stato di abbandono sulla collina, ben visibile da vari punti della città. Altri ‘pezzi’ del mausoleo, come la statua di Costanzo e quelle decorative con dei balilla restano sparse in giro per l’Italia, più o meno ben conservati. Del mausoleo invece resta tutta la struttura esterna, le scale esterne, che portano sul tetto dell’edificio, e tutta l’imponente sala visibile dal livello della strada, dentro cui abbondano sia vegetazione che rifiuti. Da decenni è in corso un acceso dibattito su cosa fare di questo edificio, se abbatterlo o meno, se musealizzarlo o stravolgerlo con irriverenza (mi sembra ottima l’idea di Daniele Caluri di trasformarlo nel deposito di Paperon de’ Paperoni, la forma c’è già tutta!), ma per ora, come la maggior parte dei monumenti con passato simile in Italia, resta lì a raccontare a modo suo una storia di indecisione e memoria bloccata.





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