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esplorazione di luoghi non comuni

#10 trenino giallo e Centocelle, Roma

Oggi andiamo a Centocelle, con un mezzo d’eccezione: lo storico trenino giallo Roma-Giardinetti – prima che venga dismesso.

Dai romani è chiamato in vari modi: trenino giallo (anche se in origine il trenino era blu), le Laziali, la Giardinetti, er tranvetto… Qualunque nome gli si voglia dare, quel che certo è che dal 1916 non ha smesso di servire il quadrante sud-est della città con il suo caratteristico ritmo lento ma inarrestabile. Amato dagli appassionati di vintage, odiato da chi è costretto a salirci come pendolare, di sicuro è uno dei mezzi pubblici di superficie più duraturo e peculiare ancora in funzione in Italia, e anche tra quelli che ha generato più polemiche negli anni.

Partiamo dalle origini: negli anni Dieci viene approvato dalla città di Roma il progetto dell’ingegnere Antonino Clementi, che prevede una ferrovia a scartamento ridotto (quindi con binari inferiori a quelli standard) che colleghi la capitale, Fiuggi, Alatri e Frosinone. La tratta viene inaugurata nel 1916 fino a Genazzano e, l’anno successivo, fino a Frosinone. Per circa vent’anni il collegamento opera con buon successo e vengono aggiunte addirittura delle diramazioni, come quella che permetteva di raggiungere Piazza dei Mirti a Centocelle. Poi, a metà degli anni Trenta, la parte finale della tratta viene sospesa, nel 1940 è possibile raggiungere solo Alatri, e negli anni Ottanta il capolinea è Fiuggi. I motivi sono vari: il miglioramento della viabilità su gomma riduce il numero di utenti, diversi episodi di maltempo danneggiano i binari e i lavori di ripristino sono lunghi e complessi. Nel 1986 il capolinea è Pantano, a 20 km da Termini, nel 2008 invece è Giardinetti, e poi con i lavori della futura metro C, la tratta viene definitivamente limitata a Centocelle, poiché si ritiene ormai ridondante il suo percorso vista l’apertura delle nuove stazioni sotterranee. Come testimoniano invece i suoi numerosissimi passeggeri quotidiani, la linea è ancora oggi molto frequentata, perché ogni dieci minuti circa collega direttamente la stazione con quartieri densamente popolati come Torpignattara, Pigneto e Centocelle, cosa che non fa ad oggi, e non farà ancora per anni, la metro. Fin dalle prime corse della mattina, è infatti pieno di passeggeri provenienti da comunità di tutto il mondo – si sentono parlare decine di lingue diverse, coperte dallo sferragliare del treno sui binari. La sensazione di stare al centro del mondo stride con l’aspetto spesso degradato delle vetture, che, per quanto restaurate, sono sottoposte a una manutenzione minima e risentono di scarsa pulizia e vandalismo.

Stando all’ultimo progetto, si prevede che a breve il trenino venga sostituito da una linea di metrovia con vagoni più moderni, che collegheranno Termini con l’attuale tratta per poi proseguire fino a Tor Vergata. La dismissione del trenino giallo era stata annunciata nel 2023, e poi di nuovo nel 2025. Ho quindi colto l’occasione di andare a fare un po’ di foto prima che smetta di essere in circolazione.

Ci sono andata di domenica, giorno poco rappresentativo dell’esperienza del trenino giallo, vero, visto che di solito è stipato di persone e spesso nelle ore di punta non si riesce neanche a salire – ma perfetto per catturare alcuni dettagli del tragitto e dei mezzi. Questo giro si è trasformato in una vera e propria esplorazione, o deriva psicogeografica, all’insegna del giallo, inseguendo il colore della striscia che è riportata sulla lunghezza delle sue vetture.

Ho percorso l’intero tragitto, quindi dalla fermata Laziali su via Giolitti fino alla fermata capolinea Centocelle, su una vettura tutta per me (di domenica mattina c’erano pochissimi passeggeri su tutta la linea), per poi addentrarmi proprio nel parco di Centocelle.

Il capolinea su via Giolitti, lungo la stazione Termini.
Inseguendo gli indizi gialli…
L’interno di una vettura del trenino.
Al capolinea Centocelle.
Le vetture al capolinea.
Segnali gialli al capolinea.
Il sottopassaggio che porta all’uscita e al Parco Archeologico di Centocelle.

Attraversando il passaggio sotto la Casilina, si arriva all’ingresso del Parco Archeologico di Centocelle, che, nonostante il nome, si presenta in realtà come un enorme spiazzato assolato, perché il progetto di un percorso archeologico aperto al pubblico è ancora ben lontano. Il suo nome è dovuto al ritrovamento di tre stupende ville romane a inizio Novecento, in occasione del cantiere per il primo aeroporto d’Italia. Infatti è qui che, nel 1909, fu eseguito il primo volo italiano. I reperti archeologici furono risotterrati e ad oggi i lavori per rendere l’intera zona fruibile al pubblico sono fermi, compresi quelli di bonifica, visto che la zona è stata anche usata per decenni come discarica. Il parco oggi rimane comunque un punto di riferimento per tutto il quartiere: addentrandosi nel verde, delimitato dalla Casilina su un lato e dalla Togliatti sull’altro, piano piano i rumori scompaiono fino a rimanere in sottofondo, e a lasciare spazio a un’oasi di colori.

Il Parco Archeologico di Centocelle con il Palazzo Guidoni (ex aeroporto militare).
Cumoli di fieno con la cupola di Don Bosco sullo sfondo.
Il giallo dei fiori che ci guida…

Tornando verso il centro, sono salita su una vettura con variante sedili rossi – anche questa come estetica non era male.

E poi sono arrivata di nuovo a Termini, per congedarmi dal trenino.

Arrivata al capolinea di questa esplorazione in giallo, concludo dicendo che è sicuramente da capire chi non vede l’ora che questo mezzo ‘obsoleto’ venga tolto di circolazione. È un mezzo lento, datato, che sferraglia in maniera talvolta sinistra, o che sembra si sia fermato di colpo per un guasto, e invece è solo fermo al semaforo. Che male si addice ai ritmi dei pendolari, soprattutto quelli che cercano di lasciare a casa l’auto ma poi non lo fanno perché i mezzi saltano le corse, c’è sempre il rischio di un disservizio, o non si riesce neanche a salirci per la troppa gente. Si potrebbe vedere questo mezzo come un impresentabile in una metropoli che sta cercando di convincere più romani possibili a usare i mezzi pubblici. Eppure, come molti che vivono a Roma est potranno confermare, quando la metro è guasta, quando i bus sono bloccati, spesso arriva il trenino giallo e salva la situazione. È anche per questo, oltre che per il suo sapore vintage, che a moltissimi romani il suo passaggio discreto in mezzo al caos della città mancherà tantissimo.

Percorso linea treno FC1
Una mappa del tragitto del trenino a Roma.

Letture, visioni e ascolti consigliati:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Roma-Giardinetti

https://www.odisseaquotidiana.com/2023/11/il-trenino-giallo-di-roma-est.html?m=1

Il trenino giallo secondo metrovia, https://youtu.be/taZr0RR7MTY?si=OpkAanC3RFjBlaEt

Se volete comprare una t-shirt con la striscia gialla in omaggio al trenino: https://rometone.com/shop/tshirt/maja-giallo-trenino-nera-2/

Comitato PAC libero, https://parcodicentocelle.it/